In Sicilia rischiano di chiudere oltre 100 scuole per dimensionamento scolastico

 

Dall’anno scolastico 2024/25 si vedranno i primi effetti del dimensionamento scolastico introdotto dalla Legge di Bilancio 2023, ma già a settembre 2023 si avranno molte scuole accorpate, di cui la maggiorparte sarà al Sud, in modo particolare in Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. Solo qui, secondo quanto riporta “Il Giornale di Sicilia”, in un anno si rischiano di perdere ben 109 scuole a causa degli accorpamenti. Da parte sua, l’Ufficio Scolastico Regionale ha rassicurato che al momento non ci sono ancora decreti attuativi in merito, che non si possono fare previsioni precise e che pertanto è ancora presto per allarmarsi.

Non è di questo parere, però, il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, secondo cui non c’è più tempo da perdere. In un post su Facebook del sindacato, infatti, ha dichiarato: “La Sicilia, tanto per cambiare, sarà la regione più danneggiata, dopo la Campania, con una riduzione per l’anno scolastico 2024/25 di 109 scuole. Il dimensionamento scolastico aumenta da 600 a 900 la soglia minima di studenti che gli istituti devono avere per rimanere in vita: questo vuol dire che tutte le scuole con meno di 900 studenti dovranno essere accorpate ad altre. Nell’Isola oltre 500 scuole sono sotto la soglia dei 900 iscritti, questo comporterà la scomparsa di oltre 100 istituzioni e le province più colpite saranno quelle delle aree interne”.

Anche per il sindacato Anief non c’è nulla per cui stare tranquilli: “Il problema -commenta Marcello Pacifico, presidente Anief– è che il dimensionamento scolastico non è un rischio ma una certezza, perché è stato approvato in Parlamento lo scorso mese di dicembre: i nuovi parametri introdotti prevedono che gli istituti siano composti da almeno 900 studenti e quelli che non riescono a raggiungere il parametro numerico stabilito di iscrizioni minime, salvo le scuole collocate in territori difficili, come minimo perdono l’autonomia.

Poi c’è da dire che non solo verranno meno la dirigenza e il Dsga, ma anche un nutrito numero di amministrativi che rientrano nel personale Ata: si calcola circa 8-10 Ata per ogni istituto, per un totale di circa mille posti che spariranno venendo meno le segreterie. Quindi, ci ritroviamo davanti all’ennesima operazione di risparmio ai danni della scuola, che si ritroverà degli organici tagliati”.