Da Emilio Fragale un invito alla città a riaprire il dibattito politico

 Messina – “Amiche e amici di “Quelli che hanno attraversato le Repubbliche”, sabato mattina, a Piazza Duomo, al ritrovo Fellini si sono dati appuntamento cittadini di diversa sensibilità culturale e professionale, per affermare la necessità di sedi di dialogo. Sedi – che allo stato – sono deficitarie.
Donne e uomini, diversamente impegnati, dopo la lettura di uno scritto del registra de “La Dolce Vita” introdotta da “Non ho molto da dire”, hanno voluto sollecitare la comunità ad una riflessione che non può confinarsi in un virtuale social privo di virtuosa socialità.
Toni misurati hanno rivendicato ribelle proposta di metodo alternativo a chi si autoincensa, a chi si parla addosso e a chi sta alla finestra. Una sorta di chiamata ad essere protagonisti dentro e fuori le Istituzioni che si fa sostanza alternativa “agli uomini soli al comando” e “al comando che lascia soli gli uomini”.
Numerose sono state le testimonianze e altrettanto significativi sono stati i messaggi degli assenti ma presenti in spirito … che hanno tracciato le linee guida di approfondimenti di merito per auspicabili incontri futuri.
Senza rilanciare in continuità significherebbe “avere fatto solo volume”.
Non potevano mancare, ovviamente, indici di preoccupazione (se non di denunzia) sui servizi ai più fragili e sulle prospettive di commercianti, esercenti, imprenditori.
Nasce un movimento? No. Nasce un progetto politico? No.
Riaffiora un sentimento della polis e della Politica che vuole darsi forma … quello del confronto, della elaborazione, della visione, della azione, della realizzazione.
Riaffiora come emergenza democratica in un momento in cui il clima diventa sempre più pesante e i colori sempre più cupi per la tutela della persona, per la sopravvivenza della impresa, per la promozione dello sviluppo socio-economico.
Riaffiora come istanza di libertà, in un tempo in cui prendere un caffè assieme sembra ereticamente rivoluzionario.
Sabato 13 marzo 2021, in uno spazio aperto, tra la laicità del bar e la spiritualità del campanile, a ridosso della “zona arancione” che costringerà anche questo spazio sulla soglia della chiusura è stato assunto un caffè sospeso offerto da Messina che ha conti in sospeso con i suoi figli e dai messinesi che hanno conti in sospeso con la città.
Sono intervenuti nel dibattito in ordine Nicola Calì, Carmelo Picciotto, Giuseppe Ruggeri, Egidio Bernava, Marco Bonanno, Antonio Sindona, Cinzia Gozzi, Paolo Siracusano, Cetty Di Bella, Giorgio Caprì, Agatino Cundari, Raffaella Spadaro, Maria Fernanda Gervasi, Angela Rizzo, Alberto De Luca, Carmen Di Per, Valeria Gozzi, Genny Lello, Andrea Carbone, Gianfranco Pistorio, Emilio Fragale. Un eloquente messaggio è pervenuto in un commento di Vincenzo Ciraolo.
Un video di Carlo Vaccarini consente la visione dell’intera “manifestazione”.
Anche chi non è intervenuto con la sola presenza è stato eloquente. Eguale eloquenza di chi non potendo essere presente ha augurato incontri e riunioni per non disperdere energia contagiosa.
A breve, co-stretti a dover rinunziare ad altro caffè dal vivo, immaginiamo appuntamenti zoom, Skype o altro strumento facilmente accessibile.
Perché? Perché vi è intelligenza vivace, competenza spiccata, esperienza diffusa, positività giovane che invoca rete empatica. Si può non stare dalla stessa parte ma ascolto e contraddittorio ancorché serrato aiutano ogni itinerario programmatico onesto intellettualmente.
L’ingresso era ed è libero ma non per tutti … solo per i folli che non disperano di incrociare sapienza, pazzia e responsabilità di amore per questa terra, per questo mare, per questo Stretto indispensabile. Questa “follia” è apparsa particolarmente rosa e rosea”.