Casi lievi di Covid, sì a paracetamolo e Fans, no ad antibiotici e cortisone

Con la nuova circolare del 26 aprile il ministero della Salute ha aggiornato le linee guida emanate a novembre dello scorso anno per la gestione dei casi lievi di Covid-19 curati a domicilio. Le raccomandazioni hanno lo scopo di rendere omogenee le cure sul territorio italiano e di evitare il ricorso a trattamenti inefficaci o potenzialmente dannosi.

Il concetto che sta alla base delle indicazioni fornite è quello della “vigile attesa”: sì al monitoraggio costante dei parametri vitali attraverso il pulsossimetro e l’uso dei farmaci per alleviare i sintomi, come paracetamolo e Fans, no ai trattamenti che non hanno solide evidenze scientifiche, come i supplementi vitaminici e l’idrossiclorochina.
Gli antibiotici vanno utilizzati con moderazione e solo quando è confermata una sovrainfezione batterica.
I cortisonici pure e mai  in prevenzione, perché si rischia di fare più male che bene indebolendo inutilmente la risposta immunitaria.
La novità più interessante è però l’apertura agli anticorpi monoclonali: queste terapie, poiché sono indicate solo per i casi affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati, devono essere valutate come un’opzione dal medico di base, che eventualmente indirizzerà la persone nel centro ospedaliero abilitato a prescriverli.

Queste le indicazioni per i medici di famiglia:

  • Non modificare le terapie croniche in atto per altre patologie.
  • Utilizzare un trattamento di tipo sintomatico con paracetamolo o FANS in caso di febbre o dolori articolari o muscolari.
  • Non utilizzare corticosteroidi di routine, un utilizzo precoce di questi farmaci si è rivelato inutile se non dannoso, in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria.
  • Utilizzare eparina solo se si è immobilizzati a letto.
  • Evitare l’uso di antibiotici: sono da riservare esclusivamente ai casi in cui l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica.
  • Non utilizzare idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici fino a ora condotti.
  • Valutare, se chi è malato rischia un peggioramento (perché ha qualche altra malattia che lo rende fragile), la possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione.