Rifiuti. “Musumeci fa l’illusionista”

“Proporre, come sta facendo Musumeci, la soluzione degli inceneritori per risolvere il problema della gestione del secco residuo e dell’emergenza rifiuti è  solo illusorio,- o, meglio, una fuga  dalla realtà- poiché, oltre ad essere un investimento oneroso sia per il pubblico che per il privato, che verrebbe pagato comunque dalle tasse dei siciliani con costi di conferimento di 200€/t, ci vorranno non meno di 7 -10 anni, e non tre come ha detto oggi, per la loro realizzazione e, di fatto, impedirebbe il raggiungimento gli obiettivi selettivi e sfidanti di riciclo previsti dalle direttive europee sull’economia circolare”. Lo dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – che continua: “Musumeci fa finta di non sapere che gli inceneritori sono, e lo saranno sempre di più nei prossimi anni, un problema e non la soluzione per gestire la chiusura del ciclo dei rifiuti. Eppure sono trascorsi 4 anni di promesse buttate al vento durante i quali non si è riusciti a realizzare nemmeno un impianto pubblico per il recupero e il riciclo, neanche ad autorizzare quelli già esistenti”.

“L’UE – dichiara Tommaso Castronovo, coordinatore della campagna Sicilia Munnizza Free e responsabile rifiuti di Legambiente Sicilia – incoraggia e finanzia soluzioni di gestione dei rifiuti a prestazioni ambientali più elevate che abbracciano l’obiettivo zero rifiuti, come la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti. Nell’isola, grazie ad una precisa strategia, la raccolta differenziata rimane bassissima e le discariche sono pericolosamente colme. È da anni, ormai, che lo denunciamo: l’unica via per uscire dall’emergenza (voluta) è la raccolta differenziata e la realizzazione di impianti per gestire i rifiuti, ma l’attuale governo regionale e le SRR non sono stati in grado di imprimere una svolta su questo aspetto fondamentale. L’obiettivo “discarica zero” grazie agli inceneritori non è credibile, fermerebbe la raccolta differenziata, rallenterebbe la raccolta domiciliare dei comuni già in difficoltà per la mancanza di impianti a cui conferire la differenziata e si produrrebbe comunque dal 22 al 27% di scorie speciali da smaltire in qualche nuova discarica. Questo governo condanna la Sicilia al medioevo nella gestione dei rifiuti”.