Il bonus povertà in Sicilia è un flop

Il lavoro che manca, le famiglie sempre più in difficoltà, grazie alla crisi economica accentuata dalla pandemia ma nonostante ciò gli aiuti destinati della Regione Siciliana ai Comuni, 100 milioni di euro come buoni acquisti per le famiglie, non sono utilizzati dai Comuni. Dei quasi 30 milioni della prima tranche sono stati spesi solo 8 milioni 652mila e buona parte dei sindaci, i due terzi non hanno chiesto la seconda tranche da 35milioni.

E’ questo il bilancio paradossale fatto nei giorni scorsi dall’assessore alla Famiglia Antonio Scavone, da un lato ci sono gli imprenditori che non ce la fanno più e chiedono aiuti, dall’altro lato i Comuni che non riescono a finanziare gli aiuti alle famiglie, con i fondi che dovrebbero servire per la spesa le bollette e gli affitti.

Nei giorni scorsi il dipartimento regionale della Famiglia ha chiesto ai 385 sindaci che hanno ricevuto la prima tranche di finanziamento di rendicontare la spesa, ma di questi solo 227 hanno risposto, tra l’altro degli oltre 8 milioni erogati alle famiglie solo 2 milioni e 400 mila euro sono stati rendicontati per il rimborso dell’Unione Europea alla Regione.

Attualmente su 390 comuni solo 192 hanno chiesto la seconda tranche di aiuti di 35milioni, 200 devono ancora decidere e alme no una cinquantina di Comuni hanno comunicato di non volerne usufruire. La Regione impone per l’utilizzo della seconda tranche che si dimostri di aver utilizzato almeno la metà della prima.

A questo punto non si sa se e quando verranno chiesti gli altri 35milioni della terza ed ultima tranche. Insomma i soldi per i ristori alle famiglie sono lì ma non si è capaci di farli diventare spesa e aiuti concreti nelle case dei siciliani che hanno bisogno.