Covid, Elisa Interlandi: “Lasciati fuori dagli screening i laboratori di analisi accreditati”.

Negli ultimi mesi, grandi discussioni sono state fatte sulla necessità di coinvolgere il maggior numero di strutture e operatori sanitari possibile per intensificare l’esecuzione dei test per la diagnosi di Covid, attività cruciale ai fini del tracciamento dei contagi e quindi del contenimento della pandemia. Eppure, il sistema sanitario ha deciso di fare a meno proprio di quei soggetti per loro stessa natura deputati a svolgere attività diagnostica: i laboratori di analisi e, con essi, i professionisti sanitari a ciò abilitati, vale a dire i biologi.

L’esclusione dei laboratori di analisi accreditati con il Ssn dalla Rete di tracciamento Covid è stata un’occasione persa per il Paese, che avrebbe potuto beneficiare di una presenza capillare di strutture qualificate sul territorio, facilmente accessibili dai cittadini e in condizioni di totale sicurezza. Ciononostante, siamo fermamente convinti di rappresentare un presidio irrinunciabile nella lotta al Covid-19, ancor più in questa nuova fase dell’emergenza sanitaria caratterizzata dall’avvio della campagna di vaccinazione di massa che sarà un processo lungo e impegnativo, che richiederà un grande sforzo da parte di tutto il personale sanitario, sia ospedaliero, sia delle cure primarie.

Sin dalle prime fasi della pandemia, le oltre 600 strutture di laboratori di analisi accreditati con il Ssn rappresentate, su tutto il territorio nazionale, da Cidec Federazione Sanità, si sono rese disponibili a dare il proprio contributo nella lotta al Coronavirus. Abbiamo offerto di svolgere la funzione che ci è propria, ovvero quella della diagnostica, attraverso l’esecuzione dei tamponi, dal prelievo del materiale biologico, all’analisi, alla refertazione. Con rammarico, abbiamo però constatato che le istituzioni sanitarie, sia a livello centrale che regionale, hanno lasciato inascoltati i nostri appelli. Di fatto, l’attività di diagnostica è rimasta prerogativa di altre componenti del Ssn, alcune delle quali sono probabilmente meno qualificate da un punto di vista strutturale e organizzativo rispetto ai laboratori di analisi. Una esclusione che ci ha profondamente stupiti, certi che le istituzioni sanitarie siano ben consapevoli della capillarità delle nostre strutture, degli elevati standard di qualità offerti e della nostra capacità di erogare prestazioni di diagnostica ad alta specialità. D’altronde, questi requisiti sono alla base della valutazione propedeutica al rilascio degli accreditamenti con il Ssn.

Come Cidec Federazione Sanità, consapevoli del nostro ruolo, abbiamo avanzato una proposta normativa, sotto forma di emendamento al “DL Ristori”, per promuovere un’alleanza nell’ambito della Medicina del territorio – tra Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e strutture di laboratori di analisi accreditate -, finalizzata a semplificare e al tempo stesso potenziare l’esecuzione dei test per la diagnosi di Covid. L’accoglimento della nostra proposta avrebbe reso possibile la conclusione di accordi tra le Regioni, gli ordini professionali e le sigle sindacali rappresentative dei Mmg, dei Pls e delle strutture laboratoristiche accreditate, per consentire ai medici di famiglia e ai pediatri di occuparsi unicamente della fase prescrittiva, lasciando alle strutture di laboratorio accreditate l’esecuzione dei tamponi rapidi.

La nostra proposta è ancora valida, soprattutto in questo particolare momento storico. Con gli ospedali e i presidi territoriali concentrati nel delicato compito di portare avanti la campagna di vaccinazione anti- Covid, il nostro contributo può essere ancora più determinante. Questi motivi ci spingono a confermare, ancora una volta, la nostra piena disponibilità a supportare il Ssn sia nelle attività di diagnosi di Covid, sia in qualsiasi altra azione utile a vincere uniti questa dura battaglia. Da questo momento difficile, desidereremmo emergessero la competenza e la capillarità della Rete dei laboratori di analisi accreditati. Elementi che dovrebbero essere tenuti in considerazione da Stato e Regioni anche per rivedere l’organizzazione delle Reti regionali di laboratorio, oggi completamente appiattita su un sistema di centralizzazione – impostato sul modello Hub&Spoke – della fase diagnostica, che sta distruggendo il nostro settore e svilendo il nostro valore di presidi territoriali.

CIDEC Federazione Sanità, il Presidente Elisa Interlandi